

Il Geofiltro Tubolare è riempito tramite pompaggio con il fango (liquido) proveniente dal bacino/vasca/impianto. Per facilitare l’aggregazione delle particelle solide più fini e la separazione di queste dalla fase liquida, i fanghi sono miscelati con opportuni condizionanti chimici prima di essere immessi nel geofiltro.
FASE DI FILTRAZIONE

Mentre la frazione liquida libera filtra attraverso la superficie del geofiltro le particelle solide sono trattenute al suo interno. Il trattenimento dei solidi da parte del Geofiltro Tubolare è superiore al 97%, l’effluente può pertanto essere ricircolato nell’impianto, o ulteriormente trattato per poter poi essere smaltito nel corpo ricettore, o riutilizzato per altri usi (a seconda delle sostanze contenute e delle loro concentrazioni).

Dopo che è drenata la frazione liquida libera (v. fase precedente) va drenando quella contenuta nei pori della frazione solida, il materiale nel geofiltro si consolida ed il suo contenuto di secco aumenta fino a diventare palabile. La riduzione del volume complessivo dei fanghi è in genere superiore all' 80%, mentre il residuo secco finale del fango ormai disidratato è maggiore del 25% (in volume).
Funzionamento Flessibile ed Adattabile alle esigenze del trattamento
A differenza delle soluzioni tradizionali in cui la modalità di alimentazione, in continuo (centrifuga, nastropressa) o in discontinuo (letti di essiccamento, filtropressa) è fissa e dipendente dalle caratteristiche della specifica tecnologia, nel caso dei Geofiltri Tubolari, grazie alle loro peculiari caratteristiche, essa può invece variare, ed essere scelta in funzione delle specificità del caso considerato (quantità di fango da smaltire, modalità di produzione, attrezzature disponibili per il pompaggio, etc. …).
In particolare nel caso in cui il Geofiltro Tubolare è alimentato in discontinuo, attendendo che il fango caricato ad una data immissione arrivi ad un certo valore di Residuo Secco (es. 20%) prima di realizzare la successiva si può rappresentare il funzionamento del Geofiltro Tubolare (v. grafico 1), come esso viene riempito (con volumi via via decrescenti) ad ogni immissione successiva (linea rossa) e come si va progressivamente riempendo con il fango disidratato (linea blu).
Per evitare di realizzare immissioni di fango troppo modeste, si è considerato (nel grafico in esame) di fermarsi quando il volume di fango disidratato all’interno del Geofiltro arriva a valori prossimi o superiori al 90% (linea nera) del volume totale del Geofiltro, come si evince dal grafico a lato; in tal caso (residuo secco iniziale 5%, residuo secco finale 20%) si possono realizzare fino ad otto immissioni caricando un volume di fango complessivo pari al 360% di quello del Geofiltro Tubolare.
Immissioni di fango e indice di sfruttamento: possibilità trattare elevati volumi di fango con un singolo G.T.


dove Vf,tot è il volume totale dei fanghi grezzi trattati, e Vg è il volume del geofiltro tubolare, si può osservare nel grafico 2 posto a sinistra come esso (curva rossa) varia al variare della concentrazione in secco del fango da trattare (in tal caso il residuo secco del fango disidratato è stato posto pari al 20%).

Nella foto accanto sono riportati, in 2 becker di plastica (non perfettamente trasparente), un campione di fango t.q. proveniente da un impianto di depurazione di reflui civili prima del trattamento ed il liquido in uscita dal Geofiltro Tubolare dopo il trattamento di disidratazione.
L’effluente è praticamente limpido a testimonianza che sono state abbattute tutte le sostanze in sospensione e parte di quelle in soluzione, inglobate all’interno della massa dei fanghi confinati nel Geofiltro Tubolare; in genere dato il moderato carico inquinante residuo il liquido è avviato in testa all’ossidazione biologica, non comportando per quest'ultima un eccessivo aggravio di trattamento.